Zero è uno strano numero, che non vale nulla.

La storia parla della difficoltà di sentirsi soli e talvolta inutili nelle propria diversità. Ma è una storia che finisce bene, perché i bambini si meritano sempre un lieto fine! I numeri Uno, Due, Tre, Quattro e Cinque, attraverso una serie di avvenimenti, capiranno che Zero può fare la differenza.

Un libro adatto a tutti i bambini... e gli adulti

Nata da un’idea di Federica Brutti durante il lockdown, la storia di Zero si è arricchita di tutte le esperienze e le idee del gruppo di lavoro di Diversamente in Danza. Martina Zullini si è occupata di tradurre in immagini e colori una storia nata prima di tutto in sala di danza.
Grazie alla competenza di Francesca Facciotti e con la supervisione di Sarah Fort, il libro è stato scritto in simboli, per permettere anche ai bambini con disturbi del linguaggio o in età pre-scolare di comprendere il racconto, attraverso la Comunicazione Alternativa Aumentativa.

Una copia del libro viene donata a tutte le Scuole che fanno richiesta dello spettacolo, grazie al contributo di

Materiali utili per approfondire le tematiche del libro

Assistere a uno spettacolo è un’esperienza che permette ai bambini di apprendere in maniera semplice ed immediata, attraverso il divertimento.
Nel nostro spettacolo diverse tematiche si intrecciano e si rinforzano a vicenda.
Prima o dopo aver assistito allo spettacolo, le insegnanti possono decidere di approfondire le diverse tematiche, utilizzando gli spunti che offriamo in questa sezione o la loro fantasia.

Attività per fasce d'età

Proviamo a metterci in discussione

CLASSE CONSIGLIATA: introducendo il tema adeguatamente, questa attività può essere proposta con tutte le fasce d’età. A seconda della classe potrà essere sviluppata in forma di discussione condivisa o come elaborato scritto.

Vuoi uno spunto di partenza?
Leggi le testimonianze delle interpreti dello spettacolo.

PURL
Purl è un esuberante gomitolo di lana rosa assunto in una azienda in cui lavorano solo uomini bianchi. Purl capisce subito che le opzioni sono due: o andarsene o diventare come loro.
Così il gomitolo decide di cambiare, copiando in tutto e per tutto i suoi colleghi. Quando però, Lacey, un nuovo gomitolo giallo, arriverà a lavorare lì Purl sarà costretto a scegliere da che parte stare.

PENNUTI SPENNATI
Quindici uccellini irritanti, tutti simili o che cercano di sembrare tali, insopportabili e molesti, incontreranno un volatile un po’ stravagante, fuori dagli schemi. L’arrivo di uno “stravagante” che non è sulla nostra lunghezza d’onda scombussola la comunità, gli alunni di una classe, dei vicini, gli abitanti di un piccolo paese…
L’accettazione non sempre avviene ed è cordiale, propositiva rispettosa del “diverso da noi” viene visto e sentito come una minaccia, un problema, un qualcosa da allontanare e ignorare.

PORCOSPINO
Il protagonista del cortometraggio è un riccio che, a causa del suo fisico, non ha alcun amico. I suoi compagni, però, vogliono giocare con lui e così trovano una soluzione originale senza farsi male con i suoi aculei.

Attività di pre-calcolo

CLASSE CONSIGLIATA: Sezione medi e grandi della Scuola Materna e inizio della Prima Elementare.

Chi è Zero

CLASSE CONSIGLIATA: Dalla seconda elementare

La matematica spiegata ai bambini in modo divertente. In questo video simpatico e completo Federico Taddia chiede l’aiuto del matematico Bruno D’Amore per capire meglio le origini di un numero speciale: lo zero!

Curiosità: gli animali sanno contare?

CLASSE CONSIGLIATA: dalla terza elementare

Lo sapevi che quasi tutti gli animali afferrano il concetto di numero, e alcuni riescono addirittura a eseguire semplici operazioni aritmetiche e a comprendere lo zero?
Stuzzica la curiosità degli alunni proponendo questa lettura tratta da Focus.

Le proprietà dello Zero

Proprio perchè Zero non vale nulla, funziona in modo diverso dagli altri numeri. Nelle quattro operazioni funziona in modo tutto particolare. Questo concetto viene introdotto nello spettacolo, proprio per spiegare come mai gli altri numeri abbiano paura di lui. Questa può essere una buona occasione per rivedere le regole delle operazioni insieme ai bambini della classe.

ADDIZIONE

CLASSE CONSIGLIATA: Dalla prima elementare.

Quando due numeri si sommano tra di loro danno vita ad un numero più grande

Ma se un numero si somma con Zero, questo numero rimane solo, perchè il risultato è uguale a zero.

SOTTRAZIONE

CLASSE CONSIGLIATA: Dalla prima elementare

Come per l’addizione, anche per la sottrazione, qualsiasi numero a cui sottraggo zero avrà come risultato se stesso.

MOLTIPLICAZIONE

CLASSE CONSIGLIATA: Dalla terza elementare.

E c’è di peggio: se un numero si moltiplica per zero, quel numero sparisce, perchè il risultato è uguale a zero.

DIVISIONE

CLASSE CONSIGLIATA: Dalla quarta elementare

In matematica non esiste il risultato di una divisione per zero. Se, invece, provo a dividere lo zero per un qualsiasi numero, il risultato sarà sempre zero.

Quali sono le origini dello Zero?

CLASSE CONSIGLIATA: Dalla quarta elementare

La prima comparsa dello zero risale all’epoca dei Sumeri, cioè a circa 3 mila anni fa. Era un simbolo della scrittura cuneiforme, formato da due incavi inclinati che indicava l’assenza di un numero.
Un simbolo simile era utilizzato di tanto in tanto anche dagli Egizi, ma soltanto tra altri numeri, mai all’inizio o alla fine di una serie.
Le antiche civiltà cinesi non hanno uno zero vero e proprio, ma l’uso dell’abaco, il precursore della calcolatrice, fa supporre che comunque fosse noto il concetto di valore nullo.
I Maya, al contrario, avevano un simbolo, ma non lo utilizzavano nei calcoli.
Lo sviluppo dello zero in senso moderno va fatto risalire alla cultura Hindu, anche se il padre dello zero è considerato universalmente il matematico arabo Muhammad ibn Musa al Khwarizmi (800 dopo Cristo) che lo introdusse tra i numeri oggi noti come “arabi”.
L’uso dello zero rese subito i calcoli più rapidi e precisi, permettendo l’introduzione di regole di calcolo (i cosiddetti algoritmi) che consentivano di eseguire sulla carta operazioni prima possibili solo con l’ausilio dell’abaco.

Il termine “zero”, che deriva dall’arabo sifr (“nulla”), fu usato per la prima volta in Occidente dal matematico italiano Leonardo Fibonacci nel 1202.

Leggi in classe l’articolo di Focus Junior

CLASSE CONSIGLIATA: Dalla quarta elementare

Lettura del libro
Il bambino che inventò lo zero
Libro di Amedeo Feniello e Gianluca Folì
Editori: F. Serafini, G. Meacci

Leonardo, protagonista della storia, è una vera peste. A Bugia, dove è arrivato con suo padre, porta scompiglio, fa scherzi, combina guai nelle viuzze tortuose della città. Ma ha una dote straordinaria: in meno che non si dica, apprende la scienza dei numeri arabi da un grande matematico del posto.

La storia di Leonardo è ispirata alla vita del matematico Leonardo Fibonacci (1170-1240 circa) che da bambino visse a Bugia, nell’odierna Algeria, con il padre Guglielmo dei Bonacci.
Fibonacci è noto per aver introdotto in Europa il sistema decimale, in sostituzione dei numeri latini. Nel suo Liber abbaci (1202) compaiono per la prima volta le nove cifre e il segno 0.
Un segno che porta con sé le tracce di culture e mondi diversi: lo zero, in latino chiamato zephirus, è un adattamento dell’arabo sifr, a sua volta ripreso dal termine indiano śūnya, che significa “vuoto”.

Il trionfo dello Zero

CLASSE CONSIGLIATA: Prima e Seconda elementare

Il grande maestro Gianni Rodari (1920-1980) ha dedicato al numero zero una filastrocca dal titolo “Il trionfo dello zero”, che fa parte della raccolta Filastrocche in cielo e in terra (1960). In questa filastrocca vengono riportate alcune proprietà dello zero da osservare con attenzione insieme agli alunni.
La filastrocca è simpatica ed inoltre aiuta i bambini così piccoli a comprendere il medesimo concetto raccontato nello spettacolo: lo Zero magari non vale nulla… ma se occupa una precisa posizione, allora acquista tutto un altro significato e diventa un personaggio rispettabile, importante e addirittura ricercato!

La filastrocca si presta ad essere utilizzata anche per spiegare i concetti di STORIA: prima, poi, dopo, infine.

La nostra storia è in parte ispirata a questa filastrocca di Gianni Rodari, in parte ispirata alle nostre vere storie, in parte frutto della nostra fantasia.
E tu, hai mai provato a scrivere un racconto?

Se un bambino scrive nel suo quaderno “l’ago di Garda”, ho la scelta tra correggere l’errore con un segnaccio rosso o blu, o seguirne l’ardito suggerimento e scrivere la storia e la geografia di questo “ago” importantissimo, segnato anche nella carta d’Italia. La luna si specchierà sulla punta o nella cruna? Si pungerà il naso? (G. Rodari, Grammatica della fantasia, 1973)

C’era una volta
un povero Zero
tondo come un o,
tanto buono ma però
contava proprio zero e
nessuno
lo voleva in compagnia.
Una volta per caso
trovò il numero Uno
di cattivo umore perché
non riusciva a contare
fino a tre.
Vedendolo così nero
il piccolo Zero,
si fece coraggio,
sulla sua macchina
gli offerse un passaggio;
schiacciò l’acceleratore,
fiero assai dell’onore
di avere a bordo
un simile personaggio.
D’un tratto chi si vede
fermo sul marciapiede?
Il signor Tre
che si leva il cappello
e fa un inchino
fino al tombino…
e poi, per Giove
il Sette, l’Otto, il Nove
che fanno lo stesso.
Ma cosa era successo?
Che l’Uno e lo Zero
seduti vicini,
uno qua l’altro là
formavano un gran Dieci:
nientemeno, un’autorità!
Da quel giorno lo Zero
fu molto rispettato,
anzi da tutti i numeri
ricercato e corteggiato:
gli cedevano la destra
con zelo e premura
(di tenerlo a sinistra
avevano paura),
gli pagavano il cinema,
per il piccolo Zero
fu la felicità.

CLASSI CONSIGLIATE: dalla terza elementare

Gianni Rodari, nella Grammatica della Fantasia, propone di inventare fiabe con l’aiuto delle Carte di Propp. Di cosa si tratta?

Vladimir Propp, linguista e antropologo russo, ha studiato la struttura delle fiabe della tradizione arrivando ad isolare 31 funzioni fondamentali, note anche come Sequenze di Propp. Ogni funzione, – il cui elenco completo si trova ad esempio qui – rappresenta una situazione tipica della trama di una fiaba: si tratta degli ingredienti con cui le fiabe sono costruite e che possiamo utilizzare per inventarne di nuove.
L’origine di questi elementi non è retorica o linguistica, ma, secondo gli studiosi, riproduce la sequenza di antichi riti di iniziazione:

“Ciò che le fiabe raccontano… una volta accadeva: giunti ad una certa età, i ragazzi venivano separati dalla famiglia e portati nel bosco (come Pollicino o come Biancaneve)… dove gli stregoni della tribù, abbigliati in modo da fare spavento (maghi e streghe), li sottoponevano a prove difficili e spesso mortali… … i ragazzi infine facevano ritorno alle loro case ed erano maturi per sposarsi” (Gianni Rodari, Grammatica della Fantasia)

Cosa sono le carte di Propp?
Le carte di Propp sono schede in cartoncino che riportano la raffigurazione di uno degli elementi che costituiscono le fiabe. Ci sono i personaggi, i luoghi, gli antagonisti, gli aiutanti, gli elementi magici che aiutano a raggiungere il tesoro o l’obiettivo finale. Oltre a spiegare come sono strutturate le fiabe, le carte di Propp servono per fare attività con i bambini: per inventare storie.

Come si usano le carte di Propp?
Il mazzo delle carte di Propp prevede diverse varianti di ogni figura della fiaba: diverse carte con i luoghi, con i mezzi magici, ecc. Si presentano già divise in mazzetti. Per facilitare questo passaggio nel file che trovate a fondo pagina ci sono anche i divisori per il mazzo. Ogni partecipante pesca una carta da ogni mazzo e con ispirandosi alle figure proverà a inventare una storia.

Quali sono gli elementi delle carte di Propp?
Nel libro Morfologia della fiaba, Vladimir Propp aveva identificato molti elementi ricorrenti nelle fiabe: uno schema comune, figure e ruoli costanti. Per iniziare a usare le carte di Propp possiamo partire con poche figure. Nelle mie carte delle storie da stampare trovate:

  • i protagonisti: i personaggi dai quali parte la storia
  • gli antagonisti: il nemico da sconfiggere
  • i luoghi: le ambientazioni che spesso influenzano il progredire della storia (ci possono essere varie difficoltà)
  • gli aiutanti: gli amici del protagonista che lo aiutano a raggiungere il suo obiettivo
  • i mezzi magici: oggetti dai poteri straordinari che permetteranno al protagonista di risolvere il nodo della storia
  • i tesori: sono gli obiettivi finali a cui aspirano i protagonisti (il principe che vuole sposare la principessa è l’obiettivo di Cenerentola)

Uso didattico delle carte di Propp
Oltre a essere un materiale utile per inventare storie, esercitarsi a raccontarle o a scrivere, le carte di Propp offrono anche un altro tipo di esercizio: analizzare le storie che conosciamo. In questo caso utilizziamo soltanto le carte con le indicazioni delle figure narrative e proviamo a chiederci ad esempio in Cenerentola chi è l’antagonista (possono essere più di uno), chi è l’aiutante, qual è il mezzo magico, ecc.

Puoi scaricare delle carte stampabili gratuitamente da questo sito oppure acquistarle online

Fai la differenza...

... con la differenziata

CLASSI CONSIGLIATE: non è mai troppo presto per parlare di ecologia

Rispettare gli altri significa anche rispettare gli spazi che con gli altri condividiamo e la Natura che ci circonda. Quali attività possiamo proporre ai bambini per insegnare l’ecologia?

  • Spiegare in modo corretto cos’è l’inquinamento;
  • Diffondere buone pratiche ecologiche;
  • Pulire un parco da bottiglie e cartacce;
  • Coltivare un orto a scuola;
  • Curare un giardino e le piante della scuola;
  • Visitare una discarica;
  • Occuparsi personalmente della raccolta differenziata;
  • Imparare a rammendare e aggiustare oggetti comuni;
  • Riciclo creativo di materiali e oggetti: tappi, bottiglie, cartoni delle uova, ecc.

Quando hai capito che potevi fare la differenza?

VALENTINA (Quattro)
La mia prima uscita serale senza i miei genitori è stata la pizza di classe in paese. Avevo 13 anni e i miei genitori si sono fidati a lasciarmi da sola con i miei compagni. L’esperienza è stata talmente traumatica che l’ho rimossa.
Mi sono sentita uno zero quando dopo la pizza siamo andati al parco, dove alcuni dei miei compagni mi incitavano a dire parolacce. Io non riuscivo a non farlo e finchè le dicevo loro mi filmavano e ridevano.
Sapendo di aver fatto una cosa che non andava bene mi sono confidata con l’insegnante di sostegno che ha avvisato i miei genitori. Questa esperienza purtroppo non è una storia a lieto fine, perchè successivamente sono stata isolata ancora di più dal gruppo, nonostante siano intervenuti insegnanti ed esperti di bullismo.
Questa esperienza mi ha fatto capire che non tutte le anime sono uguali e io con la mia disabilità spero di aver dato a queste anime la possibilità di vedere oltre.

ANNA (Zero)
Alle superiori avevo un insegnante che aveva il potere di farmi sentire trasparente, una nullità, zero. Ogni volta che sbagliavo mi scherniva e mi prendeva in giro. Quando aprivo i libri e iniziavo a studiare, scoppiavo a piangere e mi sembrava di non valere niente.
Poi la prospettiva è cambiata grazie a delle persone che mi hanno fatto capire che una persona non può essere giudicata solo attraverso un numero perchè ogni essere umano ha in sé diverse sfumature.
Io valgo, non posso essere giudicata solo attraverso un numero.

CAMILLA (Quattro)
Io mi sento Zero quando la gente mi ignora, a causa della mia Sindrome di Down.
Voglio essere una ragazza come tutte le altre e quindi vado a testa alta.
Con questo spettacolo voglio dimostrare quanto valgo.